Scrivere Con Robert Louis Stevenson. Lo Strano ...
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OGNI tanto qualcuno provaa gettarlo giù dal piedistallo, ma subito dopo ne arrivano di più a rimetterlo in piedi. Folle di adoratori. Federico II - "Stupor mundi", poeta eccellentissimo, falconiere di talento, imperatore padrone del mondo, antipapista impenitente, gaudente raffinatissimo, protettore, e al contempo persecutore di islamici - fu tanto martoriato in vita quanto fortunato nel quasi millennio successivo. Un' immagine di Federico II FEDERICO SUPERSTAR IL BOOM LETTERARIO DEL SOVRANO Leda Melluso immagina un amore con la figlia dell' emiro nemico Marco Brando fa una mappa della sua popolarità Le critiche degli storici non scalfiscono il fascino dell' imperatore che continua a ispirare romanzi e saggi: una sorta di fabbrica del mito che alimenta la dimensione di divo del medioevo, con tanto di gossip La sfida al papa, la corte illuminata e la favola del gemello segreto: così emerge il primo mago della comunicazione politica ederico lo svevo, superstar dell' antichità, al pari di Giulio Cesare, Carlo Magnoe compagnia, continuaa godere di una fortuna editoriale che resiste anche a quel ridimensionamento storico del personaggio avviato da Francesco Renda. Decine di libri a lui dedicati ogni anno stipano i banconi delle librerie e convegni gli vengono dedicati in ogni parte del mondo. Un trionfo, anche sul web che non conosce limiti e confini. Per la verità la narrativa ondeggia tra apologia e demitizzazione. E fa muovere il nipote del Barbarossa in diversi contesti e con diverse personalità. Uno degli ultimi romanzi che lo prende a modello è "La ragazza dal volto d' ambra", di Leda Meluso, una docente in pensione che mette la sua passione per la storia al servizio della narrativa. Personaggie vicende reali vengono abilmente mescolate in un feuilleton che ricordai complicati intrecci di Luigi Natoli, autore capostipite della genia dei "Beati Paoli". Tra l' altro proprio Natoli è stato il primo autore del Novecento a scrivere un romanzo popolare su Federico II. Ecco la trama congegnata dalla Melluso: Amina, figlia del più acerrimo nemico dell' imperatore, l' emiro della Sicilia Muhammad ibn ' Abdad, è amica d' infanzia di Federico, dai tempi in cui il moccioso regnante scorrazzava per i vicoli e i campi attorno al Palazzo reale. La ragazza ama da sempre il suo ex compagno di giochi ma sa che il destino la costringe a essergli nemica. Così, mentre il padre guerreggia con i normanni asserragliato in una fortezza del monte Entella, la fanciulla si introducea corte come danzatrice del ventre, irretisce sua maestàe in una notte d' amore dalle conturbanti suggestioni orientali rimane incinta. Nasconde il suo segreto e riprende la sua vita di nemica, convinta che quel figlio sarà la merce di scambio per una pace che rimetta armonia tra musulmani e cristiani. Non sarà così, la vita è crudele anche, e soprattutto, nelle invenzioni letterarie; finisce male, che più male non si può. Federico vince ma il prezzo che paga è l' inaridimento di ogni sentimento. Un po' quel che gli accade nella vita reale, in cui assiste quasi con distacco a una sorta di carneficina di tutti i suoi cari. Questa tramatura rientra in una cornice più complessa in cui lo "Stupor mundi"è figlio della moglie di un umile beccaio. Quel giorno a Jesi il parto di Costanza fu solo una simulazione. La suddita mise al mondo due gemelli e uno fu "donato" all' imperatrice. Tempo dopo, a causa dell' incrudelimento di Federico, un gruppo di nobili ordiscono una congiura per svezzare il gemello, di nome Rinaldo e sostituirlo all' imperatore fuori controllo. La scia di sangue è così garantita. Per la goduria di lettori amanti del "grand guignol". Il pregio de "La ragazza dal volto d' ambra" (Edizioni Piemme, 360 pagine, 17,50 euro) non è certo la trama, né tantomeno la scrittura, a tratti semplicistica e farcita di quei luoghi comuni che fanno la fortuna di questo genere letterario. L' aspetto più appassionante è infatti la ricostruzione di quel contesto, la corte, la guerra, i poeti della scuola siciliana, la vita nei quartieri popolari, lo scontro tra papa e imperatore per l' annosa questione della crociata che il primo vuole con urgenzae che il secondo rinvia "sine die". Le descrizioni accurate, fin dai menu, ci fanno poi toccare con mano il Milleduecento. Personaggi reali (come Pier delle Vigne, abile tessitore, travolto anche lui dalla disgrazia, l' arcivescovo Berardo, il medico Andrea Filangeri, uno stuolo di poeti e Michele Scoto, scienziato, astrologo, fissato con la pietra filosofale, ammaliatore e cialtrone), convivono con Amina e altri comprimari usciti dal cilindro della Melluso. Un altro elemento interessante che qui e là affiora in ogni libro dedicato al sovrano, è la sua abilità come promotore di sé. Si può dire che Federico sia stato il primo mago della comunicazione politica. Alla costruzione della sua immagine lavorano fior di intellettuali, scribi ed esperti in vari rami dello scibile. Ogni suo passo era preceduto dai cerimonieri e accompagnato dalle personalità più significative della corte. Mentre musici e ballerini si premurano di allietare amici, alleati e cortigiani. Un po' come accade ai nostri giorni a Villa Certosa, a Palazzo Grazioli e dintorni. Come dire che ha anticipato di secoli e secoli la società dello spettacolo oggi tanto in auge. Questo aspetto viene indagato in chiave scientifica dal saggio di Marco Brando "Lo strano caso di Federico II di Svevia", che ha significativamente per sottotitolo "Un mito medievale nella cultura di massa". L' autore tra l' altro fa una mappatuF ra della popolarità del normanno. Idolatrato in Puglia - dove il suo nome viene dato a strade, piazze, centri culturali e perfino discoteche e paninerie - abbastanza rispettato in Sicilia, ignorato in Germania per l' antica guerra con i principi teutonici (anche se negli ultimi tempi c' è una riscoperta dello Stupor mundi" grazie anche al libro di Ernst Kantorowicz "Federico II imperatore"), odiato quanto basta nella Padania, nemica del Barbarossa e di ogni suo successore. Queste caratteristiche fanno capolino in tutti i libri, che quasi quasi fanno a gara nel cogliere curiosità e gossip della dimensione privata del protagonista. Nel volume "Lo stupore del mondo" di Cinzia Tani (Mondadori) ritorna il "giochino" dei due gemelli. Federico è al centro di una girandola di personaggi che fa muovere a piacimento. Così Pietro, Matteo, Flora, Rashid sono spinti a congiungersi, scontrarsi, inseguirsi, amarsi e tradirsi in una escalation di passioni. Intrigante e interessante dal punto di vista linguistico. Ne "La sposa normanna" di Carla Maria Russo (Piemme), Federico esiste in quanto figlio di Costanza, donna fragile e bella, costretta a combattere nemici potentissimi per salvaguardare il trono all' erede. La controversia con il papa Innocenzo IV, la diatriba tra etica religiosa e pensiero laico, sono i binari in cui si incanala il romanzo di Valeria Montaldo "Il manoscritto dell' imperatore" (Rizzoli). Gran merito del libro è che induce a riflettere sui nostri tempi, in cui lo sconfinamento della religione insidia il primo caposaldo di ogni stato democratico: la laicità. È comunque curioso che queste tematiche importanti ruotino intorno a un trattato sulla falconeria scritto da Federico e sparino tra il sangue di una battaglia. L' infanzia dello scavezzacollo nella casbah palermitana viene descritta da Maria Bordihn ne "Il falco di Svevia". Uno dei personaggi del romanzo è l' arcivescovo Berardo che ha l' ingrato compito di educare al comando il giovane regnante rimasto orfano ad appena quattro anni. La Garzanti, tra le grandi case editrici, scende in lizza con "La vergine napoletana" di Giuseppe Perediali, che tra dame e cavalieri, fa una rincorsa verso gli ultimi eredi del grande svevo. Anche la riapertura della tomba di Federico nella cattedrale di Palermo qualche anno fa, ha la sua celebrazione cartacea. L' ha descrive l' archeologo e storico Matteo Valentino nel suo "Il sarcofago dell' imperatore" (Edizioni La Zisa). Un libro che indaga su Federico e sugli altri due corpi compagni di morte, con il ritmo del giallo. Forse il libro più intrigante sull' eroe del Duecento l' avrebbe potuto scrivere Robert Louis Stevenson, autore del mitico "Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde", aduso com' era a indagare sugli sdoppiamenti. La storia ci consegna, infatti, un Federico, "posseduto" da tante personalità incompatibili. Uno, nessuno e centomila. E allora qui forse ci sarebbe voluto Pirandello. 781b155fdc